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FAScinA 2015_L’imperfezione nel cinema delle donne. Spazi imprevisti di libertà femminile

FAScinA 2015: Call for Papers

fascina-2015

Call for Papers

Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi _ FAScinA 2015

Sassari 5-7 novembre 2015

L’imperfezione nel cinema delle donne. Spazi imprevisti di libertà femminile

Giunto alla quarta edizione, il Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi conferma la vocazione alla pluralità di approcci e sconfinamenti possibili, che lo ha caratterizzato fin dal principio. L’appuntamento del 2015 mette a tema l’imperfezione nel cinema delle donne, mirando in particolare, ma non esclusivamente, al panorama italiano.

I lavori del Forum saranno pubblicati in un volume di studi presso le Edizioni ETS nella collana del Forum delle Studiose di Cinema e Audiovisivi diretta da Lucia Cardone e Mariagrazia Fanchi (vedi la collana).

Le interessate possono inviare una proposta di intervento (titolo e abstract) a fascina.forum@gmail.com entro il 2 ottobre 2015.

La lingua del Forum è l’italiano.

Come nelle precedenti edizioni, anche per FASCinA 2015 le studiose di cinema e di audiovisivi sono chiamate ad approfondire una specifica key word, declinandola ciascuna nel proprio campo di interessi, con l’obiettivo di cercare una nuova chiave interpretativa della storia del cinema e dei media e, soprattutto, di mettere a fuoco i lavori e le attività delle donne all’interno della filiera filmica.

Le riflessioni di quest’anno muoveranno dal concetto di imperfezione. Luogo dello scarto e del ritardo, della mancata corrispondenza ad un modello inteso come assoluto, l’imperfezione può diventare uno spazio di libertà dove elaborare pratiche impensate e impreviste, cogliendo la sfida delle mancanze possibili, dell’inadeguatezza ai ruoli prestabiliti e istituzionali e giungendo finanche ad un loro rifiuto o capovolgimento. In alcuni frangenti, come mostra la storia del cinema e dei media, questo capovolgimento ha avuto luogo facendo leva sull’imperfezione, sull’allontanamento dagli standard per immaginare e costruire film e audiovisivi diversi, fuori dal canone, capaci di restituire, spesso proprio nella distanza dai modelli di riferimento dati, le tracce e la forza della differenza femminile.

La storia del cinema può essere attraversata e riletta dal punto di vista delle donne proprio a partire dall’idea di imperfezione: se ne possono seguire le tracce a partire dal primo cinema fino ad arrivare alla contemporaneità, alla produzione audiovisiva degli ultimi anni, così disponibile, grazie alle nuove tecnologie, alle manipolazioni, all’uso “improprio”, imperfetto appunto, del linguaggio e delle sue strategie.

I temi guida del convegno si articolano in cinque direzioni:

1 Pioniere del cinema e dell’imperfezione: si intende guardare ai numerosi fallimenti delle imprese femminili nel primo cinema – un mondo ancora in gran parte sommerso, che si deve continuare ad indagare – al lavoro delle pioniere e al loro negoziare con gli standard produttivi nascenti; ai tentativi di inserirsi nella produzione cinematografica perseguiti da molte (registe, sceneggiatrici o soggettiste) che hanno messo in gioco la loro differenza, con l’intento di corrispondere al modus operandi tradizionale, oppure cercando di forzarlo, e che si sono trovate di fronte ad esiti giudicati inadeguati, imperfetti appunto.

2. Narrarsi e riconoscersi imperfette. Le Scritture del sé: percorrendo in modo trasversale differenti periodi storici, a partire dagli anni Sessanta e Settanta, vengono messi a tema i legami fra scritture audiovisive e scritture del sé, nel tentativo di indagare come le donne abbiano utilizzato il linguaggio audiovisivo per narrare e narrarsi, muovendo sovente da usi impropri o imperfetti dei modelli di riferimento, sia per quanto riguarda le modalità di espressive, sia rispetto ai “modelli di vita”, alle biografie impreviste e senza copione, che spesso si sono trovate ad incarnare e a raccontare.

3. Donne imperfette. Women in media: si intende analizzare la presenza imperfetta delle donne in ambito mediale, non solo e non tanto dal punto di vista quantitativo, prendendo in esame il difficile ingresso delle donne nelle professioni della comunicazione, la subalternità cui sono state relegate, le strategie di “resistenza” messe in atto; quanto piuttosto dal punto di vista della differenza femminile, giacché la marginalità in cui si sono trovate ad agire e la mancata rispondenza agli standard correnti hanno spesso consentito alle donne – attraverso l’imperfezione, il rischio del fraintendimento e del fallimento – di ideare e realizzare format innovativi e impensati.

4. Fuori dal canone. L’audiovisivo nell’arte contemporanea: si propone di mettere a fuoco il ruolo dell’imperfezione nelle pratiche contemporanee del cinema delle donne, andando a scandagliare in particolare il versante del video e dei nuovi media, quello della fotografia, della performance e delle arti visive. In questo spazio ibrido, al confine fra discipline differenti, l’imperfezione appare come una forza dirompente e provocatoria nei lavori delle artiste, che utilizzano sovente il corpo e la sua dismisura, il suo eccedere la norma per ottenere un maggior impatto comunicativo con l’audience.

5. Scampoli, avanzi, scarti: si intende mettere in luce le possibilità che i materiali imperfetti, di risulta e di scarto, esclusi o non considerati dalla filiera produttiva del film, hanno offerto alle elaborazioni della creatività femminile. Si pensi ad esempio ai lavori di collage, al found footage alle numerose e fantasiose pratiche di riuso e ricucitura, così vicine ai gesti tradizionali del filare, del tessere e del tenere insieme, ai quali si sono dedicate non poche autrici con esiti sorprendenti e imprevisti.

Di Lucia

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