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FAScinA 2020_Le sperimentali: tra cinema, videoarte e nuovi media

Gabriella Rosaleva

a cura di Luisa Cutzu

Gabriella Rosaleva nasce a Varese il 13 febbraio del 1942 e fin da piccola dimostra notevole interesse per l’immagine. Non inizia subito, tuttavia, a coltivare questa passione; passerà prima per lo studio della neurologia infantile, al Besta di Milano, dove collabora con Adelaide Colle Grisoni. Alla morte improvvisa della dottoressa, Rosaleva abbandona l’ambito scientifico per dedicarsi all’arte.

Nel 1978 si iscrive a una scuola di cinema a Milano ma, dopo solo un anno, si ritira. Preferisce continuare come autodidatta: acquista una cinepresa Super8 e comincia a girare brevi film, con alcuni amici. È proprio grazie a questi corti che, nel 1981, riceve il primo riconoscimento pubblico al festival di Salsomaggiore organizzato da Adriano Aprà.

L’incontro che le aprirà la strada verso il cinema è quello con la produttrice Emanuela Piovano. Grazie a questa collaborazione nasce Processo a Caterina Ross, nel 1982, progetto di cui la produttrice si è da subito innamorata. Il film racconta il processo a Caterina, contadina di umili origini, per il reato di stregoneria, che si svolge nel febbraio del 1697 nel comune di Poschiavo-Brusio. L’inquisitore la sottopone a un incessante interrogatorio: vuole sapere chi sono le sue compagne e dove si incontrano per celebrare i riti. Anche sotto tortura, Caterina tace e viene condannata. Il primo film è stato, per Rosaleva, il più importante. Processo a Caterina Ross comincia da subito a girare per l’Europa, fino ad arrivare, nel 1984, al MoMA di New York, dove viene proiettato per una settimana al Department of Film. Rosaleva lo accompagna in questo girovagare, ma quando le viene proposto di rimanere negli Stati Uniti non accetta, preferisce tornare in Italia dove sta già lavorando ad altri, numerosi, progetti.

Realizza così altri lungometraggi e film per la televisione, tra i quali Spartaco (episodio di Prima del futuro), del 1985, film collettivo diviso in tre episodi e La Sonata a Kreutzer, ancora del 1985. 

Arrivano gli anni Novanta e con essi i documentari per la RAI e i lavori per La storia siamo noi; scrive sceneggiature su commissione; realizza i lungometraggi Storia di un ufficiale di carriera (1996),ambientato e girato in Svizzera, e Tarantula – La sposa di San Paolo (1989).

Sperimenta anche la regia in radio: a Cagliari scrive e dirige circa quaranta puntate del radiodramma Il nome della rosa, riduzione del romanzodi Umberto Eco, e lo fa con la convinzione che, dal momento che un regista ha le immagini dentro di sé, sia in grado di trasmetterle allo spettatore anche solo attraverso l’utilizzo della voce. 

In questi anni si trasferisce a Roma, dove vivrà fino al 2002, e che descrive come «una città che non ho mai amato. […] Chi vive per creare, chi riconosce in sé un po’ di talento, non può vivere in una città che sente non sua». Non riesce ad apprezzare la città ma ha un forte attaccamento per la casa in cui abita: una villa del Settecento, nei borghi sabini. La definisce «un colpo di fortuna», sente che la casa era lì per lei. Nel 1994 scrive il suo primo – e unico – romanzo, La virtù della memoria, dedicato, appunto, a questa casa e alla gatta che vive con lei, Cocò. Pubblicato dalla casa editrice milanese La Tartaruga, il libro avrebbe dovuto aprire una stagione dedicata alla scrittura. Ma la città ostile e, come lei stessa afferma, la mancanza di carattere e di tenacia, hanno interrotto questo percorso. Negli anni si dedica anche alla pittura, altro linguaggio che le permette di coltivare l’interesse per la costruzione dell’immagine, tenendolo però lontano dai riflettori e praticandolo solo per puro piacere personale. Gabriella Rosaleva ha dimostrato la possibilità di sviluppare la passione per l’arte e le immagini nei più disparati modi. Non si è lasciata sfuggire le numerose possibilità che le sono state offerte per far emergere il suo punto di vista e la sua idea di cinema. La peculiarità di Rosaleva è stata di non piegare mai la sua volontà a quella dei produttori o dei committenti. Ha invece sempre preferito portare avanti la sua visione: l’utilizzo della musica elettronica, gli inserti stranianti, i fermo immagine, la composizione pittorica delle inquadrature sono alcuni degli elementi che discostano le sue opere da quelle del cinema canonico e che la inseriscono nel quadro delle sperimentazioni di quegli anni. E forse è proprio questa sua visione così particolare che non ha trovato terreno fertile in un Paese come l’Italia, ancora acerbo, e che l’ha spinta fino alla rottura definitiva con il grande – e il piccolo – schermo.

Una rottura che si è interrotta, seppure per una breve parentesi, nel 2017, quando, nell’ambito del Laboratorio offi_CINE del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali di Sassari, ha realizzato Viaggio a Stoccolma, cortometraggio dedicato a Grazia Deledda.

Filmografia di Gabriella Rosaleva:

Una Maria del ’23 (1979) – copia perduta.

Una leggenda sarda (1979) – una copia è in possesso dell’autrice.

Trilogia:
Cornelia
(1980) – copia perduta;
L’isola Virginia
(1980) – Cineteca Nazionale;
La borsetta scarlatta
(1981 – Cineteca Nazionale;

Processo a Caterina Ross (1982) –  i diritti del film e le copie sono in possesso della Kitchen Film.

La vocazione (1983) – Teche RAI.

Cercando Bill(1984) – Teche RAI.

Egizi – Uomini del passato futuro (1984) – Teche RAI.

I luoghi del rito: tre chiese a Torino (1984) – Teche RAI.

Viaggio in Senegal – L’Afrique est rose (1984); una copia del film, prodotto dalla Italturist, è in possesso dell’autrice.

La Sonata a Kreutzer (1985) – Teche RAI.

Spartaco, episodio di Prima del futuro[insieme a: Seneca, regia di Ettore Pasculli; Caligola, regia di Fabrizio Caleffi] (1985) – una copia è in possesso dell’autrice.

Mercoledì delle ceneri (1986) – Teche RAI.

Lettura ad alta voce (1987) – Teche RAI.

Sulle strade di Coppi (1989) [episodio del programma Viaggio in Italia] – Teche RAI.

La sposa di San Paolo (1990) – produzione: Gabriella Rebeggiani e Fulvio Wetzl per la Nuova Dimensione.

Lettere dalla Sabina (1992) [episodio del programma Viaggio in Italia] – Teche RAI.

Storia di un ufficiale di carriera (1996) – i diritti del film appartengono alla RSI – Radiotelevisione Svizzera Italiana.

Viaggio a Stoccolma(2017) – una copia del film è conservata presso il Laboratorio offi_CINE del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari.

Bibliografia su e di Gabriella Rosaleva:

A. PLE.,Dibattito sul carcere (assenti i detenuti), «La stampa», 21 ottobre 1987, anno 121, n. 247; 

APRÀ A., I “marginali”, in ZAGARRIO V. (a cura di), Storia del cinema italiano 1977/1985 – Vol. XIII, Marsilio Edizioni di Bianco & Nero, Roma, 2005;

BADOLISANI V., Sommersi e salvati, in «Rivista del cinematografo e delle comunicazioni sociali: cinema, teatro, televisione, radio, pubblicità, informazione», n. 3, marzo 1992, p. 25; 

BRIZIO-SKOV F. (a cura di), Popular Italian Cinema: culture and politics in a postwar society, I.B. Tauris & Co Ltd, London-New York, 2011; 

BORELLI S., A Berlino un Film Fest che piacerà a Mitterrand, in «L’Unità», 18 febbraio 1983; BORELLI S., Il delitto secondo Lev Tolstoj, in «L’Unità», 17 agosto 1985;

BORELLI S., Locarno scopre la magia dei tarantolati, in «L’Unità» 7 agosto 1990; 

BRUNETTA G. P., La generazione degli anni Ottanta: i sommersi, gli emergenti, gli emersi, in Il cinema italiano contemporaneo. Da “La dolce vita” a “Centochiodi”, Editori Laterza, Roma-Bari, 2007; 

BUZZOLAN U., «Le strade di Coppi» con tanta malinconia, in «La stampa», 4 dicembre 1988, anno 122, n. 270; 

CALAMIA M., Il cinema di Gabriella Rosaleva, Tesi di laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Pisa, relatori Sandra Lischi e Roberto Tessari, Pisa, 1985; 

CALDIRON O., CAPRARA V., HOCHKOFLER M. (a cura di), Almanacco del cinema italiano 1990, catalogo XXVIII Incontri Internazionali del Cinema Sorrento 24-30 settembre 1990, Bulzoni Editore, Roma, 1990; 

CAPRARA F., Sud del ‘500 fra streghe e magie, in «La Stampa», 13 dicembre 1989; CE. PE., «Il nuovo spettatore», n. 11, 1998. 

COMAZZI A., Con Tolstoj nel dramma della camera da letto, in «La Stampa», 10 aprile 1985;

CUTZU L., Gabriella Rosaleva, in «Quaderni del CSCI», XI, ottobre 2015, p. 311; 

CUTZU L., Imperfezioni da Nobel. Gabriella Rosaleva e un film su Grazia Deledda, in L. CARDONE, M. FANCHI (a cura di), Imperfezioni. Studi sulle donne nel cinema e nei media, Edizioni ETS, Pisa, 2016, p. 59-68; 

CUTZU L., Trasformiste ed eclettiche. Il percorso artistico di Gabriella Rosaleva e Daniela Morelli, in «Arabeschi», 8, luglio-dicembre 2016; 

D’AGOSTINI P., Salso tra cinema e TV, in «La Repubblica», 4 aprile 1985;

D’AGOSTINI P., Amatori e pubblicitari nella Las Vegas romagnola, in «La Repubblica», 1 luglio 1986;

D’AGOSTINI P., Testa dura a trent’anni sulla strada del cinema, in «La Repubblica», 4 luglio 1986;

D’AGOSTINI P., Filmakers: senza chiedere permesso, in MONTINI F. (a cura di) Una generazione in cinema. Esordi ed esordienti italiani 1975 – 1988, Marsilio Editori, Venezia, 1988, pp. 197-210;

D’AGOSTINI P., Autori indipendenti ora dove siete finiti?, in «La Repubblica», 26 agosto 1992; 

DELLI COLLI L., Con Seneca e Caligola a due passi dal futuro, in «La Repubblica», 1 settembre 1985;

E. B., Venezia Festival Sezione De Sica con 13 italiani, in «Stampa Sera», 9 agosto 1985; 

FARASSINO A., Locarno, in «Segnocinema», n. 6, gennaio 1983, pp. 54-55; 

FARASSINO A., Due ore libere? Faccio un film, in «La Repubblica», 24 aprile 1985; 

FARASSINO A., Locarno: è quella TV la sezione più ricca, in «La Repubblica», 7 agosto 1985; 

FARASSINO A., Storia incestuosa sulle Alpi della Svizzera, in «La Repubblica», 17 agosto 1985; 

FARASSINO A., Gialle o nere che siano dove sono le tarantole?, in «La Repubblica», 7 agosto 1990; 

FERRERO N., Il cinema che viene dal carcere. A Torino è già polemica, in «L’Unità», 22 ottobre 1987; 

FREZZATO A., Un verdetto sconcertante, in «Rivista del cinematografo e delle comunicazioni sociali: cinema, teatro, televisione, radio, pubblicità, informazione», n. 6-8, giugno-agosto 1982, pp. 278-281; 

FUSCO M. P., Anna, tarantolata del ‘600, in «La Repubblica», 9 marzo 1990; 

GASPARINI L., Intervista a Gabriella Rosaleva, in «Cineforum. Rivista mensile di cultura cinematografica», anno 25, n. 12, dicembre 1985; 

GIANERI D., Dirige «Sonata a Kreutzer». L’entusiasmo della regista Rosaleva, «Stampa Sera», 1985; 

GILODI R., Il cinema dei sorprendenti vent’anni, in «Rivista del cinematografo e delle comunicazioni sociali: cinema, teatro, televisione, radio, pubblicità, informazione», n. 9-12, settembre-dicembre 1982; 

GROSOLI F., Locarno. Il quotidiano e la storia, in «Cinema e cinema: materiali di studio e di intervento cinematografici», n. 33, ottobre-dicembre 1982; 

LISCHI S., Elettronica, videoarte e poetronica, in ZAGARRIO V. (a cura di), Storia del cinema italiano 1977/1985 – Vol. XIII, Marsilio Edizioni di Bianco & Nero, Roma, 2005; 

MONTINI F., Gabriella Rosaleva, in I Novissimi. Gli esordienti nel cinema italiano degli anni ’80, Nuova Eri, Torino, 1988, pp. 174-175; 

Monsù Travet entra alle Nuove, gli attori provano fra i detenuti, in «Stampa Sera», 3 agosto 1987; 

QUARANTA B., L’ira esplode in Sabina, «La Stampa», novembre 1994;

REGGIANI S., La strega processata dopo 400 anni, in «La Stampa», 13 agosto 1982;

REGGIANI S., Il dramma della gelosia secondo Tolstoj, in «La Stampa», 17 agosto 1985; 

RONDOLINO G., Rosaleva il cinema dello sguardo, in «La Stampa», 9 novembre 1982; 

ROSALEVA G., La virtù della memoria, La Tartaruga, Milano, 1994;

ROSALEVA G., Una passione senza passato per scoprire l’essenziale, in «Cinema Nuovo», agosto-ottobre, 1983;

SILVESTRI S., «Cinema e donne», opportunità di genere, in «il Manifesto», 15 novembre 2017; 

VALLERO B., Opere prime, in 1° Festival Internazionale Cinema Giovani Torino ’82, catalogo I edizione, 25 settembre-3ottobre 1982; 

ZIO M., Un viaggio nell’Italia di Nietzsche e Coppi, in «La Stampa TorinoSette», 16 dicembre 1988.