di Elena Mosconi

Abstract:
Nel momento in cui dà luogo a un proprio sistema narrativo, nel primo decennio del Novecento, il cinema chiama a raccolta un esteso parco attoriale che si ritrova, spesso con nessuna o poca esperienza pregressa, a dar vita a figure, storie, personaggi eterogenei. Tra questi vi sono anche dei bambini i quali, se da una parte beneficiano di una nuova visibilità sociale, dall’altra costituiscono un motivo di richiamo e di identificazione per il giovane pubblico che affolla le sale cinematografiche. Spontanei, esibizionisti, privi di modelli di riferimento, e a volte incontrollabili, i bambini sullo schermo vivono la performance nel modo più naturalmente sperimentale: sia perché godono di una inedita libertà espressiva, sia perché, a causa della loro giovane età, testano identità nuove e sconosciute. Il contributo intende prendere in esame le bambine del cinema muto italiano – da Maria Bay a Marcella Sabbatini fino a Carolina Catena, resa celebre dal film Cabiria –, ricostruendone il percorso attoriale, i ruoli e le caratteristiche espressive, per sottrarle all’oblio cui sono state (ingiustamente) destinate.
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