di Lucia Tralli

Abstract:
Fin dalla sua fondazione nel 2013 da parte di tre attiviste, il movimento Black Lives Matter ha visto la capacità organizzativa e comunicativa delle donne al centro di un’onda che oggi riempie le piazze di tutto il mondo.
Molte delle immagini che hanno ampiamente circolato durante le recenti proteste, dentro e fuori la rete, provengono dal flusso di immagini su Instagram, create proprio da artiste e illustratrici già attive da tempo sulla piattaforma. L’intervento fornisce una ricognizione panoramica di queste nuove protagoniste dell’immaginario visuale e si concentra su alcuni elementi paradigmatici del loro agire: la centralità dei corpi, l’ibridazione di linguaggi e la tessitura di reti politiche e affettive.
Se il confine tra fisico e non fisico è “molto impreciso” (Haraway), è altrettanto vero che il corpo – nero e fiero – è largamente presente nei contenuti proposti e crea una genealogia complessa e non lineare con altre forme di sperimentazione visuale, in un intreccio di posizioni e posizionamenti, immagini e parole, e diverse generazioni di donne che entrano in dialogo costante tra loro. Instagram si trova dunque al centro di un artivismo cyberfemminista che sta lentamente guadagnando terreno simbolico, tanto più significativo se a generarlo è un gruppo eterogeneo di donne nere.
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