di Sara Tongiani

Abstract:
Tradizionalmente intesa come espressione del divenire altro di un soggetto, la metamorfosi racchiude ed espone in sé il riferimento alla molteplicità dei corpi e delle identità, configurando un medesimo soggetto attraverso forme diverse (meta-morphé). Se tale mutamento di segno e forma agisce sulla manifestazione del corpo, talvolta la traccia figurale dell’identità del soggetto di partenza si conserva, ibridando elementi e caratteristiche che appartengono almeno a due contesti differenti. Fra le artiste sperimentali che scelgono di enfatizzare il metamorfico divenire del sé, del proprio corpo e genere, Orlan e Cindy Sherman rappresentano due casi ormai storicizzati. Inizialmente espressione di due visioni contrastanti, talora opposte, della body art e delle sue derivazioni dagli anni Settanta in avanti, oggi l’esperienza delle due artiste si ritrova sul territorio comune e inaspettato della smaterializzazione e moltiplicazione dell’universo digitale. Le opere di Orlan e Sherman, che scaturivano all’epoca da proiezioni e fantasie che si materializzavano sull’io, sul corpo, sul genere e sulla loro rappresentazione e comunicazione, oggi possono compiersi in un contesto nuovo e inedito, quello dello sciame digitale, animato dai nuovi media. Orlan sancisce il connubio fra il corpo e la tecnologia ricorrendo alla realtà aumentata per animare la serie Self-hybridation Opéra de Pékin (2015), mentre Sherman prosegue la famigerata #Untitled ricorrendo a semplici applicazioni e pratiche legate al mobile, i filtri di Instagram e la condivisione online.
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Leggi le biografie di Cindy Sherman e Orlan a cura di Sara Tongiani