di Alma Mileto

Abstract:
Quale rapporto lega l’immagine d’archivio allo spazio performativo? Questo intervento indaga la pratica del foundfootage in ambito extracinematografico, a contatto con un’idea di cinema espanso che, fuori dalla sala di montaggio e lontano da una forma narrativa giocata su scarti puramente interni al film, lo riporti a contatto con corpi e spazi concreti. Dopo una breve panoramica, si dedica all’analisi di un progetto dell’Archivio Cinescatti di Bergamo (costola più giovane della casa di produzione e distribuzione Lab 80), coordinato da due giovani archiviste/performer: Giulia Castelletti e Alessandra Beltrame. Il progetto, intitolato Lo sguardo illuminato. Visioni di città alta ’60 e ’70: popolare e inedita e inaugurato nei giorni 22-25/08/2018, consiste in sette installazioni in altrettanti luoghi della città alta di Bergamo in cui viene mostrato il repertorio (in 8 e 16 mm) di un cineamatore bergamasco, Pino Tiani, che in quegli stessi luoghi, tra piazze, chiostri e cortili ormai chiusi al pubblico e riaperti per l’occasione, tra gli anni ’60 e ’70 osservava i passanti. Le archiviste hanno creato una mappa per guidare gli spettatori in una memoria che, attraverso le immagini, ritrova in un altro tempo i suoi spazi originari.
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