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FAScinA 2020_Le sperimentali: tra cinema, videoarte e nuovi media

Il corpo di dolore come forma di resistenza nell’arte di Regina José Galindo

di Giulia Raciti

Abstract:

In linea con le implicazioni sociali e politiche della Body Art femminile (Abramovich, Mendieta), Regina José Galindo, nata a Città del Guatemala durante la guerra civile, mette in scena un corpo di dolore (Artaud) che resiste a pratiche fisico-gestuali estreme, aventi lo scopo di denunciare la normalizzazione della violenza verso le donne del proprio paese. Attraverso uno sguardo ravvicinato a La Verdad (2013), Presencia (2017) e oltre, l’intervento mette in rilievo come le performance sperimentali di Regina José Galindo riflettano, da un’ottica postcoloniale, femminista e intersezionale (Taylor, Hook), sulla correlazione tra il genere, l’identità sessuale, la razza, la classe sociale, la religione, al fine di decostruire le categorie sulle quali si strutturano i sistemi di potere, traslando per tal via la discriminazione delle donne in Guatemala a metafora universale degli abusi femminili.

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