di Martina Panelli

Abstract:
In Un appartement sur Uranus (Grasset, 2019) Paul B. Preciado ci ricorda che, nella mitologia, Urano è il figlio di Gaia, la Terra che essa ha concepito sola, senza inseminazione né accoppiamento. Questa forma di concepimento non eterosessuale ha ispirato il giurista tedesco Karl-Henrich Ulrichs nell’elaborazione dell’ormai famoso termine “uraniano” utilizzato per definire “gli amori del terzo sesso” (nell’ambito dell’arte, Claude Cahun ne ha fatto un vessillo). Preciado stesso si definisce come uraniano, abitante del pianeta più inospitale e lontano, piombato sulla terra per trascrivere le “cronache della traversata”. Da Beatriz a Paul il suo corpo in transizione è inteso come un corpo migrante, il cambiamento di sesso e la migrazione essendo definite come “le due pratiche che, rimettendo in questione l’architettura politica e giuridica del colonialismo patriarcale, della differenza sessuale e della gerarchia razziale, della famiglia e dello Stato nazione, collocano un corpo umano vivente entro i limiti della cittadinanza, ovvero di ciò che noi comprendiamo come umanità”. Nel 2019 Preciado pubblica un saggio (Transuranic Flesh) sul catalogo intitolato I as Humandell’omonima mostra itinerante (Berna, Varsavia, Monaco) che Miriam Cahn, artista femminista svizzera, costruisce per l’appunto intorno ai temi della nascita, della ri-nascita e della migrazione. Questo intervento intende dunque dar conto dell’opera di Cahn nella cornice del pensiero di Preciado, riferendosi dapprima al contesto in cui essa si inaugura, quello della sperimentazione artistica degli anni 70, in cui il gesto performativo e quello militante combaciavano in azioni che fanno eco al quadro in cui si sviluppa l’arte femminista in Europa e nel mondo. Un quadro in cui il concetto stesso di oggetto d’arte è in mutazione: l’opera contemporanea di Cahn, intesa in chiave queer e trans-femminista, verrà letta allora come effetto di un processo di intersezione tra le arti, di migrazione e di contatto tra oggetti e pratiche in opera dalla prima stagione femminista e che problematizzano oggi lo statuto politico del corpo, delle identità e della differenza di genere.
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