Categorie
FAScinA 2020_Le sperimentali: tra cinema, videoarte e nuovi media

Creatività e scrittura del sé nel cinema documentale di Agnès Varda

di Marga Carnicé Mur

Abstract:

Di fama legata allo statuto della Nouvelle Vague francese e alle sue dinamiche di rinnovamento cinematografico degli anni 60’, l’opera di Agnès Varda (1928-2019) non è stata ancora considerata nella sua vasta ricchezza riguardo alle forme sperimentali. Tra fotografia, video-arte, film di finzione e documentari, cortometraggi, lungometraggi e film a episodi, l’attività creativa della Varda rappresenta una poliedricità che è senza dubbio un tratto autoriale importante (Pravadelli 2015) e probabilmente poco esplorato.

All’interno della sua opera filmica documentale Varda compone un mosaico di tratti personali e autoriali che impregnano le immagini della sua presenza come soggetto creativo. Dalle metafore della gravidanza né L’Opera-Mouffe (1958) a quelle della morte in Visages villages (2017), il racconto di vita della cineasta percorre la loro produzione artistica nelle forme diverse dell’immagine filmica. Una scrittura del sé che concepisce il registro del momento vitale sempre in dialogo con le forme della creazione, e che attira l’attenzione verso l’analisi di pratiche sperimentali come il riciclaggio delle proprie immagini, l’uso dello spazio privato come ambiente performativo, o l’importanza del corpo e della memoria sia come materiale di creazione che come frontiere fisiche e simboliche fra l’identità della cineasta e il mondo che desidera documentare.

Leggi l’articolo su Smarginature 2020