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FAScinA 2018_PELLE e PELLICOLA

FAScinA 2018: Call for papers

fascina_2017

Call for Papers

Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi _ FAScinA 2018

Università di Sassari

Sassari, 11-13 ottobre 2018

PELLE E PELLICOLA

I corpi delle donne nel cinema italiano

Giunto alla settima edizione, il Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi conferma la vocazione alla molteplicità di approcci e sconfinamenti possibili che lo ha caratterizzato fin dal principio. L’appuntamento del 2018 mette a tema il corpo delle donne nel panorama cinematografico e audiovisivo italiano.

Studiare il corpo (e i corpi) al cinema significa anzitutto considerare due distinte, sebbene interrelate, dimensioni. Da una parte, infatti, i film (e, in generale i prodotti audiovisivi) rappresentano i corpi: li traducono, cioè, in immagini visive e sonore costruite attraverso molteplici forme di sguardo, caricandoli di significati di volta in volta differenti, e proiettandoli in questo modo fuori dal mondo fisico e “carnale”, verso un universo di fantasie, modelli e repertori immaginari. Dall’altra, tuttavia, i corpi sono anche (e soprattutto) una delle materie principali attraverso cui il cinema, la televisione e le arti elettroniche formano e sviluppano il loro discorso, la loro “parola audiovisiva”: pensiamo, ad esempio, a come i gesti e le voci degli attori e delle attrici partecipano alla produzione e alla messa in forma del racconto nel cinema narrativo, a come la performance corporea sta spesso alla base delle sperimentazioni videoartistiche, o ancora alla centralità assoluta del corpo (parlante, danzante, cantante, in ogni caso “presente”) che ha caratterizzato la comunicazione televisiva fin dalle sue origini.

La ricerca sul corpo nel cinema e nell’audiovisivo obbliga dunque a misurarsi con un oggetto strutturalmente anfibio. Allo stesso tempo portatore e produttore di senso, il corpo cinematografico si presenta dunque come rappresentazione (e, dunque, come incarnazione di una pluralità di significati sociali, culturali, “autoriali”, e così via) e parallelamente come entità performativa, capace di creare significati attraverso la propria fisicità.

Oltre a queste due dimensioni, lo studio del corpo (o, meglio, dei corpi) delle donne presenta almeno altri tre livelli di problematicità. In prima istanza, a partire da uno dei testi fondativi della feminist film theory, il noto Piacere visivo e cinema narrativo di Laura Mulvey, si tende a concepire la rappresentazione del corpo femminile al cinema nei termini di una dinamica psicanalitica soggetto-attivo/oggetto-passivo, dove il soggetto attivo sarebbe lo sguardo maschile: il corpo della donna sarebbe così semplicemente ridotto a un passivo oggetto di sguardo, uno “spettacolo” visivo che ha come scopo principale quello di canalizzare il desiderio maschile.

Questa interpretazione di Mulvey – che, ricordiamo, era riferita primariamente ad alcune specifiche declinazioni del cinema hollywoodiano classico – è stata ampiamente rielaborata in sede teorica, anche e soprattutto nell’ambito della critica femminista, dando vita a una molteplicità di rivoli interpretativi e ad approcci anche molto differenti dall’assunto psicanalitico di partenza. Tuttavia, quando si parla dei corpi delle donne, la tendenza (all’interno dei discorsi mediali generalisti) è quella di riprodurre e, in alcuni casi, “impoverire” questa lettura, obliterando quasi completamente altre letture possibili, come quella ad esempio di una eccedenza o “resistenza” del corpo femminile rispetto alle “tradizionali” norme dello sguardo, di una sua (anche solo parziale) irrecuperabilità all’interno di schemi rappresentativi consolidati.

In secondo luogo, il lavoro sul corpo femminile al cinema e in televisione richiede di sondare le associazioni e intersezioni che le rappresentazioni dei corpi – la loro stessa “presenza” e visibilità – stabiliscono con altre sfere discorsive, come ad esempio la moda, i canoni estetici e i modelli di stile di vita relativi a determinate epoche e contesti culturali. I corpi delle attrici, delle performer, delle showgirl – in modo ancora più evidente e “stringente” rispetto a quelli dei loro colleghi maschi – sono cioè inseriti in una circolarità di influenze e rispecchiamenti che dal testo audiovisivo si  muovono verso la società e la cultura, e viceversa, in un costante flusso di andata e ritorno.

Un ultimo campo in cui ci pare che la relazione fra pelle e pellicola, evocata dal titolo, assuma densità discorsiva è quello della superficie, da intendersi secondo l’accezione di Giuliana Bruno come spazio di transizione e di scambio, e quindi come medium. Il corpo delle donne agisce dunque anche come schermo, costruendo una trama di relazioni fra interno ed esterno, fra reale e virtuale, e attivando una serie di rifrazioni di ordine metalinguistico e metaforico.

Sulla base di queste premesse, FAScinA 2018 intende promuovere una riflessione estensiva sul corpo delle donne nel cinema e nei media italiani, inteso sia come rappresentazione che come entità performativa.

Per quanto riguarda il primo asse, quello della rappresentazione, l’intento è quello di indagare le molteplici strategie attraverso cui i film (e i prodotti mediali in generale) costruiscono e restituiscono i corpi delle donne e la funzione di queste rappresentazioni mediali nella definizione e ri-definizione socio-culturale del corpo. Nello specifico si terranno in considerazione principalmente proposte riguardanti:

  • tipologie e morfologie del corpo femminile nelle diverse epoche della storia del cinema italiano, nei generi, nelle poetiche d’autore, nelle sperimentazioni audiovisive, ecc.;
  • articolazioni del corpo mediale delle donne in termini di gender, etnicità, età, abilità o disabilità, e classe sociale;
  • standardizzazione vs. “eccedenza” del corpo femminile nel cinema e nei media;
  • i corpi delle dive come prodotti culturali e commerciali;
  • le norme dell’industria cinematografica e televisiva e il loro influsso sulla costruzione dei corpi femminili;
  • i modi in cui i prodotti mediali e i discorsi circolanti nella mediasfera producono repertori, iconografie, immagini, percezioni, modelli e significati in grado di influenzare la costruzione e la trasformazione dei corpi delle donne nella sfera sociale (attraverso meccanismi di imitazione, adeguamento, rifiuto, riappropriazione, sovversione, ecc.).

Per quanto riguarda il secondo asse, quello del corpo femminile come entità performativa e produttrice di senso, si invitano proposte che tengano principalmente in considerazione:

  • il ruolo e gli usi del corpo nella costruzione di diversi stili di recitazione, in base all’epoca storica, ai generi, alle politiche autoriali, al corpus complessivo delle singole attrici, ecc.;
  • la performance attoriale femminile come atto estremo (trasformazioni del corpo, fattori di rischio, eccesso performativo come mancata sottomissione alle regole di genere e sociali, e così via);
  • il corpo femminile come “segno” nella ricerca audiovisiva (dalla body art alla videoarte, dal cinema sperimentale alle più recenti esperienze artistiche multi- e cross-mediali);
  • il corpo femminile come “superficie” e come “schermo” nella riflessione teorico-critica e nelle pratiche video-artistiche, fotografiche e cinematografiche sperimentali;
  • la relazione dei corpi delle attrici italiane con la moda e con la costruzione di determinati modelli di bellezza; la rappresentazione pubblica dei corpi privati delle attrici (gossip, social media, ecc.).

Le interessate possono inviare una proposta di intervento – titolo, abstract (max 1.000 caratteri), curriculum vitae – a fascina.forum@gmail.com entro il 1 luglio 2018.

L’accettazione delle proposte verrà comunicata entro il 15 luglio 2018.

Alle studiose selezionate sarà richiesto l’invio di un breve testo (max. 10.000 battute senza note) e di un corredo iconografico (max 8 immagini 300 dpi) entro il 1 settembre 2018, per la pubblicazione sulla rivista Arabeschi, all’interno della sezione permanente Smarginature (inaugurata in occasione del Forum 2017).

La lingua del Forum è l’italiano.

 

English Version

Call for Papers

Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi _ FAScinA 2018

Università di Sassari

Sassari, 11-13 October 2018

PELLE E PELLICOLA

Women Bodies in Italian Cinema

Now in its seventh edition, the Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi confirms its commitment to the multiplicity of perspectives and potential cross-overs that has been its peculiarity since its beginnings. The 2018 event focuses on the body of women in the Italian cinematographic and audio-visual scenario.

Studying the body (and the bodies) on screen implies, first of all, the taking into account of two distinct, yet inter-related, dimensions. On one side, films (and audio-visual productions in general) represent bodies, as they translate them into visual and sound images constructed through multiple forms of the gaze that charge them with ever-changing meanings; in so doing they project them out of the physical and “carnal” world towards a universe of fantasies, patterns and imaginary repertoires.

On the other side, though, bodies are also (and above all) one of the most important material through which film, television and electronic arts create and develop their discourse, their “audio-visual word”: some examples of such a dynamic are how the gestures and voices of the actors and actresses take part in the production and formation of the story in narrative cinema, how the bodily performance lays at the basis of the experimentations of video-art, or the absolute centrality of the body (talking, dancing, singing, always “present”) that has marked the TV communication since its origins.

The research on the body in film and audio-visual productions implies a confrontation with a structurally amphibious object. Bearer and producer of meaning at the same time, the cinematographic body offers itself as a representation (and, therefore, as the embodiment of a multiplicity of social, cultural, “authorial” meanings) and as a performative entity as well, able to create meanings through its physical being.

In addition to these two dimensions, the study of the body (or rather the bodies) of women raises three further questions. Firstly, starting from one of the seminal texts of feminist film theory, the well-known Visual Pleasure and Narrative Cinema by Laura Mulvey, the representation of the female body on screen tends to be translated into a psychoanalytic tension between active subject/passive object, where the active subject would correspond to the male gaze: the feminine body would then be reduced solely to a passive object of the gaze, a visual “spectacle” that serves only as a vehicle of the male desire.

This reading of Mulvey’s text – that was referred primarily to some specific patterns of Hollywood classical cinema – has been widely re-elaborated by film scholars and in particular by feminist criticism, giving life to a multiplicity of interpretations as well as approaches that diverge from the psychoanalytic point of departure. However, when women bodies are at stake, the tendency (in mainstream media discourses) is to replicate and sometimes “deplete” this reading, erasing almost completely the possibility of different interpretations, such as the idea of the female body “exceeding” or “resisting” the “traditional” norms of the gaze, of its being (even if only partially) not reducible to established representative patterns.

Secondly, examining the female body on screen and on TV asks for an exploration of the associations and intersections that the representations of the bodies – their very “presence” and visibility – put into being with other discursive fields such as fashion, aesthetic canons, and lifestyle models typical of specific periods and cultural contexts. The bodies of the actresses, performers, showgirls – in an even more evident and “pressing” way if we compare them to the male ones – are part of a circularity of influences and mirrorings that move from the audio-visual text towards society and culture, and vice-versa.

Moreover, the relationship between “film and skin”, recalled by the title of this Forum, also acquires a sort of discourse density when the body is interpreted as a “surface”. According to Giuliana Bruno, in fact, the body can be understood as a space of transition and exchange, and therefore as a medium. In this sense, the female body acts as a screen, building a weave of relationships between the inside and the outside, the real and the virtual, and enabling a series of metaliguistic and metaphorical refractions.

On the basis of these premises, FAScinA 2018 intends to promote an extensive reflection on the body of women in Italian film and media, seen both as a representation and a performative entity.

Concerning representation, the aim is to investigate the multiple strategies through which films and media productions create and showcase women bodies and the function of these media representations in the socio-cultural defining and re-defining of the body. In particular, we will welcome proposals dealing with:

– typologies and morphologies of the female body in the different periods of Italian film history, genres, authorial poetics, audio-visual experimentations, etc.;

– declinations of women’s media body in terms of gender, ethnicity, age, ability or disability, and social class;

– standardization vs “excessiveness” of the female body in film and media;

– the bodies of the divas seen as cultural and commercial products;

– the norms of film and television industry and their impact on the construction of female bodies;

– the ways in which media products and the discourses circulating in the mediasphere produce repertoires, iconographies, images, perceptions, patterns and meanings able to affect the construction and transformation of women bodies in the social sphere (through strategies of imitation, adaptation, refusal, re-appropriation, subversion, etc.).

Regarding the second axis, the idea of the female body as performative identity and producer of meaning, we will welcome proposals that take into account:

– the role and the uses of the body in the construction of different styles of performance, according to the historical context, genres, authorial politics, the corpus of a specific actress, etc.;

– the feminine actorial performance as an extreme act (transformations of the body, risk factors, performative excess as a refusal of submitting to gender and social rules, and so on);

– female body as “sign” in audio-visual research (from body-art to video-art, from experimental cinema to the most recent experiences in multi- and cross-medial arts);

– the female body as “surface” and “screen” in theoretical and critical terms, as well as in video-art, photography, and experimental cinema;

– the relationship of the body of the actresses with fashion and with the construction of specific beauty standards: the public representation of the private bodies of the actresses (gossip, social media, etc.).

Proposals – title, abstract (max 1000 signs), cv – are to be sent to fascina.forum@gmail.com by July 1st, 2018.

The acceptation of the proposals will be notified by July 15th, 2018.

The participants will be asked to submit a short text (10.000 signs without footnotes) with a set of images (max 8 images 300 dpi) by September, 1st, 2018, to be published in the permanent section Smarginature of the magazine Arabeschi.

The language of the Forum is Italian.