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FAScinA 2014_Filmare il femminismo

FAScinA 2014: Call for Papers

 FASCinA – Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivi

III edizione, Sassari 22-23 ottobre 2014

Le donne, i cinema: filmare il femminismo

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Giunto alla terza edizione, il convegno sassarese, Forum Annuale delle Studiose di Cinema e Audiovisivo, conferma la sua vocazione alla pluralità di approcci e sconfinamenti possibili, che lo ha caratterizzato fin dal principio. L’appuntamento di quest’anno mette a tema il rapporto fra cinema e femminismo, mirando in particolare, ma non esclusivamente, al panorama italiano.

Gli atti del convegno saranno pubblicati presso l’editore ETS di Pisa.

Le e gli interessati possono inviare una proposta di intervento (titolo e abstract) a fascina@uniss.it entro il 20 agosto 2014.

Sono sorprendentemente pochi i film che raccontano le vicende del femminismo “storico”, se guardiamo ai movimenti degli anni Settanta e alle labili tracce che hanno lasciato sugli schermi. Che le pratiche femministe di allora fossero “invisibili agli occhi”, compreso quello meccanico e per solito accogliente della macchina da presa, è una questione che, ancora oggi, ci interroga. Non si tratta di lamentare una assenza, o una censura dello sguardo (che forse in parte può essersi consumata), quanto piuttosto di riflettere sul rapporto fra femminismo e cinema. E’ possibile raccontare le avventurose storie del femminismo attraverso le immagini in movimento? Quello del cinema è uno sguardo sufficientemente perspicace per dire la politica delle donne senza tradurla in apparato ideologico, senza cedere alle lusinghe (narrative e di mercato) del bozzetto di costume?

I femminismi, sostanziandosi di azioni ed elaborazioni differenti e a tratti sfuggenti, indefinibili, hanno bisogno di altri sguardi per dirsi, e di altri sensi, ben oltre l’occhio, ilguardare, che implica uno stare fuori: le pratiche politiche delle donne, propriamente e in tutti i sensi, mettono in campo i corpi, poiché muovono dal desiderio e da un pensiero inseparabile dal corpo. E’ possibile raccontare tutto questo senza cadere nelle trappole della spettacolarizzazione, nei tranelli del già detto, del cliché?

Sono domande difficili alle quali, forse, grazie alle nuove tecnologie, alla nuovissima disponibilità guadagnata dai dispositivi di ripresa e di montaggio digitale, e soprattutto grazie alla autorevolezza ormai riconosciuta alle elaborazioni del pensiero femminista, possiamo rispondere positivamente, volgendoci ai molti schermi che, per varie vie, tentano di raccontare le femministe del passato e del presente.

I temi guida del convegno si articolano in quattro direzioni:

  1. Le femministe “storiche” e il cinema dei collettivi. Esperienza frammentaria ma significativa, l’attività “gruppi cinema” nati all’interno della militanza femminista è un fenomeno rimasto sommerso e ancora da indagare, sia dal punto di vista delle produzioni, sia sul versante della fruizione e della “cinefilia femminista” che ha avuto uno spazio e un ruolo considerevole nei gruppi e, con varie rifrazioni, nel corpo sociale. E’ una storia da rintracciare interamente e da nominare. Cosa resta di queste esperienze? Quali legami esistono con il cinema e con i femminismi del presente? E’ possibile costruire una genealogia?
  2. La Tv delle delle donne. Tra i frutti più fecondi della contaminazione avvenuta negli anni Settanta fra femminismo e audiovisivo spiccano alcune pionieristiche produzioni televisive, nate all’ombra della Rai (o in felici interstizi produttivi), che hanno rinnovato fortemente il panorama del piccolo schermo, inaugurando, spesso senza riconoscimento, modi differenti di fare televisione. E’ possibile, attraverso testimonianze e studi di caso, tracciare una mappa di queste produzioni? Quali rapporti hanno, se ne hanno, con i format destinati alle donne proposti sugli schermi contemporanei?
  3. Filmabili differenze. Il pensiero delle donne, il partire da sé, la cura del circostante, la valorizzazione delle relazioni, il lavoro attorno al materno sono temi cardine del femminismo che, variamente e sovente in modi obliqui, hanno intersecato la produzione audiovisiva. Senza dubbio le elaborazioni delle donne hanno abitato ed abitano il cinema in varie maniere, non solo attraverso la regia, ma anche con la scrittura, con la performance attoriale, con la pratica del montaggio e così via. E’ possibile, attraverso analisi filmiche, studi di caso, riflessioni su autrici e autori, far emergere le tracce visibili, percepibili, e dunque filmabili, di questa differenza?
  4. Tessiture elettroniche. Il video, in particolare il variegato panorama della non fiction, offre uno  spazio aperto alle elaborazioni delle donne, uno spazio dove le nuove tecnologie si mescolano a saperi antichi, a un “fare” tradizionalmente femminile legato appunto alla tessitura, al tenere assieme, all’intrecciare. Quali sono le emergenze più significative di questi “ricami elettronici”? Quali rapporti li legano ai movimenti femministi?

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